Vita coi figli (Living With Children) is a two part Italian TV miniseries, which stars a few recognizable actors. Giancarlo Giannini (Casino Royale & Quantum of Solace) is the lead character Adriano, a recently widowed father of five who finds himself overwhelmed when he's left to be father and mother to a group of kids whose lives he had taken very little interest in prior. He turns to his wife's close friend (who had survived the accident that killed his wife) Valeria (Moonraker Bond Girl, Corinne Cleary) but he doesn't seem to find much comfort in her presence. It's not until he meets Elda (Monica Bellucci) a young and attractive flight attendant that his life truly turns upside down.
Ultimately Vita coi figli is the story of one man dealing with an unexpected series of events, discovering his youth once again with a much younger woman, finally coming to grips with his age, and his realization of his failure as a father. For a two part mini-series completely in Italian (except for the theme song, which I thought was odd) Vita coi figli was a nice surprise, it's nothing exceptional but it manages to stay moderately interesting even though the plot is far from ground breaking. Monica Bellucci is breathtaking, and it's interesting to see that her first on screen role essentially was the basis for the proactive roles she'd be known for taking on most of her career. From day one she decided to follow the motto "if you've got it, flaunt it."
Vita Coi Figli 1990.rar
Indifferente a qualsiasi logica commerciale e sociale, Agghiastru, per il 30esimo anno di vita di Inchiuvatu, che si festeggerà il venerdì santo del 2023, rilascerà in questo arco di tempo, dall'autunno alla data del compleanno, ben 12 album inediti.
Li incontri dove la gente viaggia, e va a telefonare, col dopobarba che sa di pioggia, e la ventiquattro ore, perduti nel corriere della sera, nel va e vieni di una cameriera, ma perché ogni giorno viene sera? A volte un uomo è da solo perché ha intesta strani tarli, perché ha paura del sesso o per la smania di successo. Per scrivere il romanzo che ha di dentro, perché la vita l'ha già messo al muro, o perché in un mondo falso è un uomo vero. Dio delle città e dell'immensità, se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi, vediamo se si può imparare questa vita, e magari un pò cambiarla, prima che ci cambi lei. Vediamo se si può, farci amare come siamo, senza violentarci più, con nevrosi e gelosie. Perché questa vita stende, e chi è steso o dorme o muore, oppure fa l'amore. Ci sono uomini soli per la sete d'avventura, perché han studiato da prete o per vent'anni di galera, per madri che non li hanno mai svezzati, per donne che li han rivoltati e persi, o solo perché sono dei diversi. Dio delle città e dell'immensità, se è vero che ci sei e hai viaggiato più di noi, vediamo se si può imparare queste donne e cambiare un pò per loro, e cambiare un pò per noi. Ma Dio delle città e dell'immensità, magari tu ci sei e problemi non ne hai. Ma quaggiù non siamo in cielo, e se un uomo perde il filo, è soltanto un uomo solo.
Nato a Bagnoli nel 1946 (anche se a lungo molte fonti citarono il 1949 come anno di nascita[18]) da Carlo, impiegato all'Italsider, e Adele Zito, è il fratello maggiore di Eugenio e di Giorgio, entrambi musicisti di fama.La madre avviò tutti e tre i figli alla fisarmonica,[10] anche se la passione di Edoardo era il rock'n'roll, assorbito dai militari americani di stanza a Napoli[19] (in particolare il giovane Edoardo è colpito da Paul Anka, Chuck Berry, Elvis Presley e Neil Sedaka;[20] altri influssi su Bennato provengono da cantanti napoletani come Renato Carosone, Aurelio Fierro e, soprattutto per il modo di cantare, Peppino di Capri[21]).
Il disco non riscuote un gran successo di vendita: l'edizione originale, apribile con un fiammifero in rilievo, ultimo di un'ipotetica scatola di Minerva, diventa una rarità di valore nel mondo dei collezionisti.[32] Per Bennato arrivano i primi passaggi radiotelevisivi, a Per voi giovani e ad Alto gradimento, e i primi concerti. Le scarse vendite però spingono l'allora direttore artistico della Dischi Ricordi, Lucio Salvini, a invitare il cantautore a smettere di cantare per dedicarsi alla professione di architetto.[33]
Nel 1977 esce Burattino senza fili, un disco che, sulla falsariga della storia del burattino di Collodi, analizza, critica e sentenzia su alcuni importanti aspetti sociali e filosofici che interessano la vita: il conflitto tra la sincerità dei piccoli e l'ipocrisia dei "grandi" (in Quando sarai grande); l'arroganza dei potenti e dei privilegiati (in In prigione, in prigione); la strumentalizzazione ipocrita della femminilità (in La fata); lo stato di isolamento in cui si trova chi cerca di dire qualcosa di semplice e sensato, senza secondi fini né interessi personali (in Tu grillo parlante).[36] Questi temi torneranno anche nei dischi successivi e sono già abbozzati in quelli precedenti. Ma qui trovano un'organicità notevolissima, grazie anche alle scelte musicali che spaziano dal rock alla musica da camera in un impasto variegato di stili che riesce a cogliere da ognuno di essi le caratteristiche e le espressioni che più si adattano al messaggio di ciascun brano.[37]
Nel successivo album Il paese dei balocchi, la canzone "Attento Joe", riferita all'alter ego Sarnataro, denuncia il potere della Rai e dei suoi dirigenti che, per consentire un passaggio nelle trasmissioni della rete nazionali, impongono la scelta di alcune località in cui tenere i concerti. In particolare Bennato in questo testo fa riferimento al giornalista Gianni Raviele e alla sua Rassegna di Spettacolo e Cultura San Martino Arte, nel suo paese natale, San Martino Valle Caudina. Per questa vicenda Bennato non venne invitato alla trasmissione Prisma.[48]
Nel gennaio del 1995 Edoardo Bennato è vittima di un gravissimo incidente stradale in Emilia, nel quale perde la vita la sua compagna. Qualche tempo dopo il cantautore perde anche la madre. Nei giorni successivi Edoardo scrive i brani de Le ragazze fanno grandi sogni, album radicalmente diverso da tutta la sua produzione ventennale e dedicato all'universo femminile. Nel brano "Per attraversare il mondo" alcuni rumori in sottofondo di automobili nel traffico sembrerebbero evocare gli attimi che hanno preceduto l'incidente stradale. Il disco non supera i dati di vendita che si attendevano, seppur vi siano brani tra i migliori della produzione recente dell'artista: "Le ragazze fanno grandi sogni", "Cerco il mio amore", "Perché" (originariamente in chiave jazz, nel 2010 risuonata insieme a Morgan con arrangiamento rock'n'roll), "Afferrare una stella".
Il 22 gennaio 2010 esce il singolo È lei con etichetta Universal Music Italia, che prelude all'uscita dell'attesissimo album di inediti con la produzione di Fabrizio Barbacci, già produttore di Ligabue e Negrita. Il 18 febbraio viene invitato come ospite alla terza serata di Sanremo 2010, dove si esibisce cantando alcuni suoi pezzi storici. Il 5 marzo 2010 esce, dopo sette anni dall'ultimo, l'album di inediti Le vie del rock sono infinite.
Il 15 gennaio 1995 è stato coinvolto in un incidente autostradale costato la vita alla sua fidanzata, Paola Ferri, studentessa di psicologia ventitreenne di Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, che viaggiava con lui.[55].
Il 15 gennaio 1995, una vettura Audi con a bordo Paola Ferri e guidata da Edoardo Bennato, si scontrò con una fuoristrada Nissan Patrol: a seguito di questo incidente, Paola perse la vita dopo cinque giorni.[58] Per questo motivo, nel 1997 Bennato viene condannato a otto mesi di reclusione per omicidio colposo[59] risarcendo la famiglia di Paola Ferri di 150 milioni di lire.[58]
Non so... personalmente non riesco ad esimermi da un giudizio "di parte", pur conscio che "i movimenti" in generale attraggono verso sè contraddizioni e strumentalizzazioni (ci ho pure scritto un libro insieme a Primo Moroni, non so se mi spiego).-Avrei tanto da dire, ma sappiamo entrambi che occorrerebbero mille blogs per farlo.Ti scrivo privatamente.-Con Bertoli dissento, pur dolorosamente. Le lotte e degli anni '70 stati percorsi necessaried inevitabili. Sicuramente ci sono i "reduci di niente" (così come i voltagabbana e gli stronzi), ma io mi sono lasciato alle spalle troppi angeli per non ricordare di giorno in giorno quello che hanno fatto, o patito, per la mia e la nostra redenzione.
Accostare Orme e Area è una forzatura perché, pur se entrambi ascrivibili al prog italiano anni 70, e rispettivamente apertori delle sue due grandi epoche (Underground e Controcultura), sono stati in tutto e per tutto antitetici: per formazione, per cultura, per classe, per obiettivi, e soprattutto musicalmente.Le Orme erano figli di quel tardo-beat esistenzialista che, come in tanti, annacquarono anche loro per motivi di mercato fino a trovare la ricetta giusta cambiando astutamente bandiera con Collage: bello, comunicativo, innovativo, ma solo agli occhi del provincialissimo panorama italiano. Gli Area furono invece il prodotto della ricongiunzione tra creatività e politica, nel momento in cui esporsi e trasgredire era l'unica soluzione per interpretare ed esorcizzare una società fondamentalmente radicalizzata e violenta.Solo che: le Orme in salsa Emerson, Lake & Palmer avevano dalla loro tutta la DC e una multinazionale del disco come la Philips, mentre gli Area erano un gruppo underground di opposizione che - anche grazie al contributo della crema intellettuale italiana. Vedi Gianni Sassi - aveva creato un linguaggio del tutto nuovo.Impossibile paragonarli.Almeno: io non me la sento. 2ff7e9595c
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